Liber Sancti Jacobi è il nome con cui è nota una raccolta in cinque libri di testi di varia natura (agiografici, liturgici, omiletici, musicali,...) relativi all’apostolo Giacomo e al pellegrinaggio a Compostela. Quantunque la data e il luogo esatti della sua redazione siano stati e siano tuttora dibattuti, sembra che sia stato scritto in Francia intorno all’anno 1140. La raccolta è nota anche come Codex Calixtinus, perché è stata attribuita al papa Callisto II, sebbene questo nome sia riservato di solito al manoscritto della cattedrale di Santiago di Compostela (e perciò chiamato anche Compostelanus). In genere, questo è considerato il più antico e completo della dozzina di manoscritti conservati nella raccolta.
Tra gli altri manoscritti noti del Liber Sancti Jacobi, il più importante è quello proveniente dalla biblioteca del monastero di Ripoll con il numero 99, conservato nell’Archivio della Corona di Aragona. Da sempre è apprezzato per la sua antichità, essendo datato esplicitamente 1173, e per la sua origine: si tratta, come spiega una lettera inclusa in fondo al manoscritto, della copia dei “cinque libri contenenti i miracoli dell’apostolo” (V libros continens de miraculis apostoli) che erano conservati nella cattedrale di Santiago realizzata dal monaco Arnaldo Monte del monastero di Santa María de Ripoll durante il suo pellegrinaggio a Compostela. Per mancanza di tempo, come spiega la lettera, il monaco copiò integralmente il secondo, il terzo (tranne il finale) e il quarto libro e degli estratti del primo e del quinto.
Da un secolo gli studiosi discutono ampiamente se il codice copiato da Arnaldo de Monte a Compostela sia il Calixtinus o Compostelanus attualmente esistente, ovvero un manoscritto anteriore, oggi andato perduto, di cui sia il codice di Ripoll che quello di Santiago di Compostela sarebbero copie. In uno dei contributi più recenti a questo dibattito, Verena Förster Binz, partendo dallo studio comparativo dettagliato dei passaggi musicali nei manoscritti di Compostela e di Ripoll, conclude che quest’ultimo non è la copia del primo, né tantomeno i due sono copia di un unico codice anteriore oggi andato perduto, bensì derivano da due tradizioni testuali diverse e quindi: “il Codex Calixtinus non deve essere necessariamente considerato anteriore al Ripoll 99 come si è ritenuto finora”.
Queste conclusioni consolidano ancora di più l’importanza del manoscritto di Ripoll conservato nell’Archivio della Corona di Aragona nella trasmissione del Liber Sancti Jacobi.
L’esemplare dell’ACA insieme agli altri manoscritti iberici del Liber Sancti Jacobi, son stati inseriti nel Registro della Memoria del Mondo dell’UNESCO nel 2018. Per saperne di più
ACA,COLECCIONES,Manuscritos,Ripoll,99
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